Monumento alla Giustizia

Monumento Alla Giustizia

Eleonora d’Arborea

Il Sito della Giustizia, particolarmente complesso, si compone di un torrione merlato, alto 5 metri, modellato nella parte anteriore e dipinto nella par­te posteriore, e di 34 sculture. AI fin di favorire una visita più con­sapevole, e per meglio apprezzare l’opera nella sua interezza, poi­ché non risulta fattibile un percorso organico, si forniscono brevi note sulle singole sculture, corredate da indi­cazioni numeriche.

1 – Scultura equestre con Eleonora d’Arborea giudicessa

Il gruppo scultoreo di Eleonora a cavallo domina l’intera composizio­ne. La giudicessa veste un sontuoso abito e un mantello dall’impor­tante drappeggio. In mano l’immancabile falco. La possente figura del cavallo, impennato, raggiunge quasi i quattro metri di altezza. E’ soprattutto in quest’opera che, dal punto di vista artistico, si eviden­zia la perfetta fusione: il cavallo è inconfutabilmente opera del ma­estro Argiolas, la coda e la criniera di Noemi Cabras, il modellato dell’abito di M. Assunta Pisano.

2 – Eleonora legislatrice

AI centro del torrione merlato, la figura di Eleonora, in bassorilie­vo, poggia su un grande libro aperto, con la scritta LEX, a ricordare la corposità dei 198 articoli della Carta de Logu. Ha la veste azzurra e il mantello e il copricapo rosso bruno. Con una mano mostra una pergamena e con l’altra stringe un pugnale.

3 – Eleonora donna con Benedetta

Eleonora veste un sontuoso e regale abito rosso, i capelli sciolti sul­le spalle, il suo sguardo dolce si posa sulla piccola Benedetta, la nipotina che, sorridente, le porge un mazzetto di fiori.

4 – Toghe

Le toghe sovrapposte, la bianca del diritto romano, la nera dei giudi­ci e la rossa dei magistrati, rimandano visivamente ai colori del costume sardo.

5 – Simbolo della giustizia
Su un basamento di tre gradini poggia la scultura della giustizia, il viso coperto da una maschera a garantire equità e giustizia, in una mano la bilancia e nell’altra uno scudo.

6 – Vessillifero
Guardia di scorta di Eleonora con il vessillo simbolo del casato: l’al­bero eradicato.

7 – Soldato
Soldato a riposo con pugnale e scudo.

8 – Cavaliere con trascinato

Dal torrione un cavaliere in groppa al suo cavallo sembra fendere l’alta parete, come se avesse il potere di attraversarla. Il cavaliere, la testa del cavallo e le zampe anteriori risultano già fuori mentre una parte del corpo dell’animale è imbrigliata dentro la parete per poi fuoriuscire con la parte posteriore e le zampe. AI cavallo è lega­to un condannato sfigurato dall’attrito della corsa.

9 – Soldato che insegue la donna

Tra le pietre del torrione, modellate con estrema cura tanto da ricreare con assoluta fedeltà la trachite grigia di Serrenti, tre visi contratti dal dolore e un cavaliere che insegue una donna nuda e con le mani in testa.

10 – Rogo
Il viso e il corpo di una donna ormai divorati dalle fiamme mentre l’addetto all’esecuzione continua ad alimentare il fuoco con altra legna.

11 – Decapitazione

Un boia, con indosso maschera e guanti neri, è raffigurato nell’atto di assestare un colpo di mannaia sul collo del condannato inginocchiato e con le mani legate dietro la schiena.

12 – Furto sacrilego
Un ladro viene fermato mentre tenta di fuggire con la sua refurtiva:
una croce e dei calici.

13 – Cippo con arti amputati
Una mano e un piede mozzati. Il taglio del piede era la pena prevista in caso di violenza sulle donne.

14 – Forca
Tra le pietre del torrione che si fanno sbilenche, a decretare la decadenza di un’epoca, la forca da cui penzola il corpo senza vita di un condannato, con a fianco il boia.

15 – La prigione
Dietro le grate di ferro un condannato allunga una mano quasi a chiedere pietà per la sua condizione.

16 – Lo squartato
Scena raccapricciante a rappresentare l’atto dello squartamento. Il corpo sezionato, le viscere penzolanti, la testa mozzata e il carne­fice con l’accetta che prosegue la sua opera.
L’unica nota umana è data dalle mani e i piedi legati ai pali. Vicino un cippo con gli arnesi del mestiere.

17 – La gogna
La gogna chiusa da ferri imprigiona la testa e le mani di un condannato.

18 – Balestriere
Balestriere con alabarda, pugnale e balestra.

19 – Impalata e donna disperata
Una giovane donna penzola da un palo che le ha trafitto il corpo e una donna fugge disperata alla vista di tanto orrore.

20 – Frate
Il viso ascetico, le mani aperte verso il cielo, sembra chiedere la salvezza per l’anima dei condannati.

21 – Saggio
Un saggio srotola una pergamena con l’ordine della giudicessa: e niunu pro dinare iscampit. La stele con l’iscrizione mezus terra sena pane che terra sena justizia rappresenta l’ideale di giustizia dell’ar­tista e di tutte le persone oneste.

22 – La famiglia
Una mamma con in braccio il suo bambino, un padre con al fianco la sua bambina, quattro corpi nudi a rappresentare la famiglia e, con essa, la speranza di vita in un mondo più giusto. Sono il passato, il presente e il futuro della società.

23 – Costello medievale
Il grande dipinto, realizzato nella parte posteriore del torrione, è la risultante della convivenza artistica, frutto dell’ esperienza, matu­rata nel corso del 2012, dagli artisti Gianni Argiolas e Noemi Ca­bras. E’ uno spaccato di vita medievale che si apre alla vista attraver­so un grande arco. Case, torri, la chiesa, si affacciano all’interno della piazza brulicante di figure: soldati, una mendicante, dame che conversano. Una di queste indossa lo stesso abito rosso di Eleonora. In primo piano quasi una scenografia teatrale: la sagoma di un solda­to, un cavaliere e due bambini. Uno si inchina a raccogliere monete e rappresenta l’attaccamento ai beni materiali, l’altro accompagna e in­coraggia il volo di una farfalla a simboleggiare la ricerca di spiritua­lità e di idealità. E’ il segno distintivo di Noemi: la prima volta di una farfalla scolpita dopo le tante dipinte accanto ai cavalli di Argiolas.

24 – Dipinto triade di Eleonora d’Arborea
L’opera, ideata e realizzata dagli artisti Gianni Argiolas e Noemi Cabras, misura m 2,40 x 2,10. Il dipinto, prende spunto dal sito della giustizia, ed è stato concepito come una composizione piramidale. Ele­onora, giudicessa a cavallo sovrasta l’intera opera. E’ vestita con un prezioso abito in broccato e un manto regale, in testa porta la coro­na e in mano l’immancabile falco. Ancora Eleonora, con il corposo codice del giudicato di Arborea, veste un abito azzurro e un manto rosso, meno sfarzosi e più consoni al ruolo di legislatrice. Infine Eleonora è una giovane e solare donna vestita di rosso, in testa una corona di farfalle variopinte e in mano il ricamo dell’albero eradica­to. Tre volte Noemi. Tre donne che simboleggiano l’attuale universo femminile: il raggiungimento di ruoli di grande responsabilità senza rinunciare alla propria specificità. La copia del dipinto è stata inse­rita in un telaio ed è parte integrante del monumento alla giustizia.